C’è un momento, nella vita di ogni imprenditore, in cui la crescita lascia il posto alla continuità. Un momento in cui l’orizzonte si sposta: da ciò che si costruisce oggi a ciò che si trasmetterà domani.
Quel momento si chiama passaggio generazionale.
E non è mai solo una questione familiare. È una questione strategica.
La maggior parte delle imprese italiane è a conduzione familiare. Eppure, secondo diversi studi, oltre il 60% non ha un piano strutturato per il passaggio generazionale.
Non per mancanza di volontà. Spesso per mancanza di tempo, metodo o una guida indipendente.
Ma oggi, in un contesto di crescente complessità normativa e pressione competitiva, non pianificare significa mettere a rischio tutto ciò che si è costruito.
Ecco dove entrano in gioco strumenti più evoluti. Perché in molti casi, il semplice trasferimento di quote o ruoli non basta. Serve un progetto più ampio, che includa anche operazioni di finanza straordinaria e valutazioni M&A.
Parlare di finanza straordinaria non significa solo vendere o acquisire aziende. Significa usare leve strategiche per riorganizzare, valorizzare e rendere trasmissibile il patrimonio aziendale e familiare.
Alcuni esempi concreti:
Queste operazioni, se ben guidate, non frammentano il controllo. Al contrario, possono preservarlo meglio e proteggerlo da rischi futuri, fiscali, legali o familiari.
In molte famiglie imprenditoriali italiane, vendere l’azienda è ancora vissuto come un fallimento.
Ma oggi, sempre più spesso, l’M&A diventa una scelta evolutiva.
E anche nei casi in cui si voglia mantenere il controllo, aprire il capitale a partner industriali o finanziari può essere una scelta di forza, non di debolezza.
La domanda non è più: “Vendo o non vendo?”
Ma: “Come posso fare in modo che il valore costruito non si disperda?”
La verità è che non esiste una sola soluzione giusta.
Esistono famiglie, patrimoni, imprese. E dietro ogni combinazione, una storia unica.
Ecco perché il primo passo non è una scelta tecnica, ma un confronto strategico. Serve:
Questo lavoro non si improvvisa. E non può essere delegato a un singolo professionista. Serve un approccio integrato, che metta intorno al tavolo imprenditore, consulente finanziario, fiscalista, avvocato e magari anche uno specialista M&A.
Il vero passaggio generazionale non è un atto notarile. È un progetto a più livelli, che guarda alla sostenibilità, alla governance, al valore affettivo e a quello economico.
Chi lo affronta per tempo, con metodo e visione, non solo protegge il patrimonio. Lo moltiplica.
Non solo lascia qualcosa. Lascia una direzione.
Se anche tu ti stai facendo domande sul futuro della tua impresa o del tuo patrimonio, possiamo iniziare da una cosa semplice: un confronto. Senza impegni, senza automatismi. Solo con l’ambizione di costruire qualcosa che duri.